Tragica Morte di uno scienziato sfortunato
La multisuocere
Non è stata certo colpa mia
La verità sulla Psalla
Esimio direttore, vorrei puntualizzare alcune asserzioni piuttosto avventate pubblicate nell’edizione del 23 gennaio 2023 del Don’t Panic Gazette.
Vacanza a Rutorbòl
Ricordo benissimo e con malcelata malinconia i giorni di vacanza da scuola trascorsi con mio nonno nella sua fattoria in quel paesino del Cadore, un gruppuscolo di quattro case che prendeva il nome di Rutorbòl.
Rutorbòl era un paesino anonimo neanche segnato sulle carte. Paesino… Anche meno. C’era la fattoria di mio nonno, appunto, la vicina di casa petulante che faceva gli occhi dolci al giovane parroco che di tanto in tanto passava a dir messa nella pieve, la famiglia di Tobia, mio coetaneo, e la sua sorellina Marta, e quattro altre case di vecchi cui d’estate andavamo a rubare le zucchine dall’orto e la frutta dagli alberi.
Rutorbòl era questo, un agglomerato di case noioso e anonimo.
Ma, scoprii poi, era qualcosa di più.
I Simpatici Neutrini Tachionici
Libere e-elezioni
Gli ultimi istanti
Giaccio in questo luogo da un tempo che ormai non saprei quantificare.
Resto immobile, placcato dalla gravità, la mia mente obnubilata nella nebbia della sofferenza, in equilibrio sul precipizio dell’incoscienza, sforzandomi di reagire al desiderio invitante di lasciarmi andare nell’abisso del nulla.
I racconti della Kolyma
I “Racconti della Kolyma” sono una raccolta minimale dei racconti che Shalamov ha scritto negli anni successivi al suo rientro nel mondo civilizzato dopo 13 anni di prigionia in un Gulag in Siberia. La sua liberazione avvenne il giorno successivo alla morte di Stalin, e riuscì a far pubblicare i racconti in Occidente, divenuti in realtà famosi dopo la pubblicazione di “Arcipelago Gulag” di Solženicyn, con cui ebbe una discreta polemica avendolo accusato di eccessiva “dolcezza” nel raccontare la vita nel Gulag.