Vacanza a Rutorbòl

Ricordo benissimo e con malcelata malinconia i giorni di vacanza da scuola trascorsi con mio nonno nella sua fattoria in quel paesino del Cadore, un gruppuscolo di quattro case che prendeva il nome di Rutorbòl. Rutorbòl era un paesino anonimo neanche segnato sulle carte. Paesino… Anche meno. C’era la fattoria di mio nonno, appunto, la vicina di casa petulante che faceva gli occhi dolci al giovane parroco che di tanto in tanto passava a dir messa nella pieve, la famiglia di Tobia, mio coetaneo, e la sua sorellina Marta, e quattro altre case di vecchi cui d’estate andavamo a rubare le zucchine dall’orto e la frutta dagli alberi. Rutorbòl era questo, un agglomerato di case noioso e anonimo. Ma, scoprii poi, era qualcosa di più.

Gli ultimi istanti

Giaccio in questo luogo da un tempo che ormai non saprei quantificare. Resto immobile, placcato dalla gravità, la mia mente obnubilata nella nebbia della sofferenza, in equilibrio sul precipizio dell’incoscienza, sforzandomi di reagire al desiderio invitante di lasciarmi andare nell’abisso del nulla.

I racconti della Kolyma

I “Racconti della Kolyma” sono una raccolta minimale dei racconti che Shalamov ha scritto negli anni successivi al suo rientro nel mondo civilizzato dopo 13 anni di prigionia in un Gulag in Siberia. La sua liberazione avvenne il giorno successivo alla morte di Stalin, e riuscì a far pubblicare i racconti in Occidente, divenuti in realtà famosi dopo la pubblicazione di “Arcipelago Gulag” di Solženicyn, con cui ebbe una discreta polemica avendolo accusato di eccessiva “dolcezza” nel raccontare la vita nel Gulag.

Readings update 11/2016->12/2017

Breve aggiornamento sulle letture recenti. Titolo del post fuorviante in quanto quelle riportate coprono sì e no gli ultimi due-tre mesi. Riassumo brevemente: nell’ultimo anno ho alternato Sci-fi con polizieschi e pochi fantasy, e un certo numero di saggi. Mediamente porto avanti due o tre letture assieme di cui uno solo è un romanzo. Nell’ultimo periodo però ho abbandonato la SF, per colpa di un panorama poco interessante. In effetti attualmente l’unica roba interessante per il nostro genere di elezione esce in originale, e leggere in inglese alla lunga mi affatica un po', senza contare che non è sempre facile cogliere le sfumature… dipende molto dall’autore.

Parigi nel XX secolo, Jules Verne

Si tratta di un’opera “riscoperta” recentemente in una vecchia cassaforte, un libro rifiutato dall’editore come “eccessivamente pessimista”. Il romanzo è anni luce lontano dal Verne avventuroso e visionario che immaginiamo. Si tratta più di una speculazione, ardita, su come sarebbe dovuto essere il futuro 100 anni dopo la scrittura del romanzo. Ma più che sulla tecnologia e la scienza, Verne si concentra sulla società. Retrospettivamente, la scienza ha fatti molti meno passi avanti di quello che effettivamente sono avvenuti, anche rispetto le ciò che Verne stesso aveva immaginato: Dalla Terra alla Luna si è avverato di lì a pochi anni, 20.

Neuroblastoma II

Scrissi del Neuroblastoma in questo post datato 2009. Neuroblastoma Ricevo oggi questa mail dal progetto “World Community Grid”, una rete di calcolo distribuito che utilizza i computer collegati per effettuare calcoli ed esperimenti scientifici, per i progetti più disparati. Tra questi vi è “Help fight childhood cancer”, il cui obiettivo è quello di identificare tra milioni di possibili molecole le più efficaci nel combattere il Neuroblastoma. Questo è il contenuto della mail:

Guerra eterna - Joe Haldeman

Non mi posso considerare un appassionato di guerra. Nutro un certo interesse per la storia militare, ma no tanto per la guerra in sé, quanto per il suo ruolo nella storia. [caption id="" align=“alignright” width=“291”] Joe Haldeman, “Guerra Eterna” (1974), Urania Collezione[/caption] La guerra è stata per millenni una delle forze trainanti della storia, di certo la più ovvia, a pari merito con la ben più trascurata economia. La guerra ha cambiato i destini di popoli con rumore assordante, anche se l’economia l’ha fatto altrettanto efficacemente senza farsi notare.