Acclamato romanziere d’azione del momento, Gefferey Deaver sforna un thriller di ambientazione tecnologica e sul tema dell’Informazione come potere.

Profondo blu è considerato un capolavoro di genere: sarà.

Di sicuro è un romanzo diverso da mille altri su tema analogo. Innanzitutto Deaver ha fatto quanto meno lo sforzo di documentarsi molto sul mondo degli hacker, pertanto molti dei personaggi e delle situazioni sono aderenti alla realtà.

Tuttavia scade brutalmente su un eccessivo spettacolarismo che ingenuamente pensavo essere proprio solo del mondo cinematografico. Virus che si infilano nei pacchetti del protocollo di rete, pronti a divorare le nostre prezione informazioni, reti governative superprotette che vengono violate in modo addirittura ingenuo, fino a computer che esplodono in scintille solo perché viene inviato loro una eccessiva quantità di informazioni…

Sono cose che di sicuro colpiscono il pubblico sprovveduto; purtroppo noi che della sicurezza facciamo un lavoro possiamo solo sorridere a queste immagini ridicole.

Certo è un peccato, perché per una volta sembrava che finalmente si potesse realizzare un romanzo con temi tecnologici senza scadere nel solito spettacolarismo televisivo, storicamente fondato quanto un romanzo di guerra, invece…

La storia in sé è interessante, ha ritmo, solleva anche un tema scottante di oggi, il nostro fidarci totalmente della tecnologia e la responsabilità che ciò comporta. Chi ha accesso all’informazione e la può manipolare ha il vero potere.

Caldamente consigliato, se avete abbastanza pelo da soprassedere agli eccessi di effetti speciali o se per voi il massimo dell’informazione tecnica è negli inserti tecnologici del quotidiano.