More about Blacklands Cosa spinge un ragazzino di 12 anni a scavare buche nel terreno freddo ed unido della brughiera inglese, invece di occuparsi di giochi e passatempi più consoni alla sua età?

Cosa spinge lo stesso ragazzino a scrivere ad un uomo detenuto in un carcere da 18 anni, condannato per omicidio seriale di bambini, invischiandosi così inconsapevolmente in un gioco mortale?

Inquadrare questo romanzo nella categoria del giallo è abbastanza fuorviante, a leggere la definizione data da wikipedia del genere, sarebbe meglio definirlo più un noir: “l’attenzione viene spostata più all’ambiente e alla psicologia dei personaggi…” si, ci siamo proprio. Nessuna indagine, nessun mistero, ma un gioco oscuro e pericoloso, e i personaggi che, consapevoli o meno, vi prendono parte ciascuno con la propria psicologia. Dovendo a tutti i costi assegnare un’etichetta, lo definirei un “noir psicologico”.

Ma categorizzazione a parte, parliamo di un buon romanzo di intrattenimento, sostanzialmente ben scritto, mai noioso ma neanche esaltante; forse non troppo convincente nella caratterizzazione del personaggio principale, che a tratti appare inverosimile, molto più convincente invece sembra l’evoluzione della psiche del serial-killer, un personaggio decisamente torbido ed inquietante.

Blacklands quindi è un romanzo sostanzialmente piacevole, ma non può certo appagare chi si aspetta emozioni forti, oppure gli amanti del giallo poliziesco classico.

 

Un ringraziamento a Marsilio Editore che ha offerto all’autore del blog una copia elettronica del romanzo.