Finalmente io e il mio amore grande ci siamo regalati un weekendone!

Dico finalmente perché erano anni che non partivamo per un week-end lungo io e lei soli, senza amici né parenti vari.

Anche questa volta è toccata alla Toscana. E' senz’altro la regione più bella ed affascinante d’Italia. Punto. Non ce n’è per altri, mi spiace, ma la vita è così.

Precedentemente eravamo stati nel Chianti, qualche mese dopo esserci conosciuti ed innamorati, sicuramente uno dei week-end più magici trascorsi insieme, poi qualche tempo dopo a Cortona, praticamente tra Toscana e Umbria. Lì tra l’altro c’è uno dei posti più spirituali che abbiamo mai visitato, il monastero delle Celle.

Ma ci mancava proprio visitare Firenze, la città delle Arti per antonomasia. Tra l’altro è abbastanza vicina da permetterci di farlo veramente in un weekend.

Così abbiamo prenotato un bed-and-breakfast in centro, 60 euro la doppia, colazione (un po' povera) compresa. Sapevamo che si trattava di un posto un po' modesto, ma era pulito e andava bene così.

Occorre fare una debita premessa: veniamo da un periodo di stress e stanchezza notevole, pertanto volevamo innanzitutto riposarci e svagarci.duomo

Pertanto sabato siamo arrivati con comodo, parcheggiato l’auto, e a piedi fino in centro.

Il cielo era coperto, grigio, con quella luce fastidiosa che dopo qualche ora ti fa venire il mal di testa.

Per prima cosa ci siamo recati a San Lorenzo, una splendida chiesa romanica la cui facciata, mai completata, appare grezza, come sgretolata.

Tutt’intorno ci sono le bancarelle, che vendono un po' di tutto, dal cuoio alle passamanerie toscane, dalla seta alle magliette dei Viola. La popolazione in gran parte extracomunitaria (maghrebini, turchi) rende tutto molto colorito, pittoresco, a tratti anche un po' inquietante. Mi ricordava molto Marrakech.

Verso le 4 eravamo nella splendida Piazza Duomo, pronti per la prima visita corposa del programma. Purtroppo siamo stati delusi dalla sovraintendenza alle belle Arti, la quale ha predisposto che il sabato il duomo debba chiudere alle 3 e mezza del pomeriggio. Questo perché si trattava del primo sabato del mese, altrimenti avrebbe direttamente chiuso alle 2 e mezza.

Quindi abbiamo ripiegato su una passeggiata verso Piazza della Signoria, con le stupende statue nella Loggia dei Lanzi (strepitosa il Perseo del Cellini) e davanti il Palazzo della Signoria. Purtroppo la luce non era adattissima per scattare foto, e l’affollamento ancora meno.

Percorsa la Galleria degli Uffizi, che non potevamo permetterci di visitare (ci vuole almeno un giorno pieno), siamo arrivati sul lungarno e a Ponte Vecchio. L’affollamento di turisti di fronte alle vetrine degli orafi rende tutto molto allegro e colorato. Ci siamo lasciati prendere da questa allegria e abbiamo guardato tutte le vetrine, lei con entusiasmo, io con apprensione.perseo

Passeggiando sulla riva opposta siamo al fine giunti a Piazza Pitti, antistante l’omonimo Palazzo. Anche quest’ultimo non avremmo potuto visitare, sarà la scusa per tornare (più preparati però).

Abbiamo mangiato un’ottima fiorentina da “Garibardi”, si, proprio con la “R”, un localetto in piazza del mercato, si direbbe turistico ma affatto caro.

Domenica mattina siamo stati alla messa a San Lorenzo. Valeva la pena avere un contesto così spettacolare, ed in più speravamo di poter visitare la chiesa dopo messa senza versare l’immancabile balzello.

Ahinoi, chi sovrintende a queste chiese ha perfettamente colto il messaggio di Simon Mago, quello del vangelo, e ha fatto sì che gli orari di apertura della chiesa anche ai fedeli siano estremamente rigidi, senza alcuna eccezione. Finita la messa, tempo di smettere i paramenti sacerdotali, un prete ci ha molto fermamente ingiunto di uscire dalla chiesa. Non c’è stata ragione, sbattuti fuori dal Tempio come fece Cristo con i mercanti. Stavolta però a parti rovesciate: non abbiamo capito se si trattava di una rivincita o se semplicemente avessero studiato su un Vangelo apocrifo.

Abbiamo almeno avuto il tempo di scattare qualche foto nell’annesso chiostro.

Ci siamo quindi diretti verso Santa Maria Novella, una chiesa assai importante dal punto di vista artistico e architettonico. Una delle sue caratteristiche notevoli è senz’altro la facciata, che sempre grazie all’intendenza abbiamo potuto apprezzare dalla pagina della nostra guida: infatti una splendida impalcatura cela completamente la facciata alla vista dei turisti.

santamarianovella Ora, va bene che il restauro ed il mantenimento dei monumenti è necessario, anzi, indispensabile. Ma credo che un minimo di attenzione per il povero turista che viene a Firenze a portare ricchezza sia altrettanto necessaria.

Che razza di figura da morti di fame ci facciamo?

Ma quanto costava, dico, sostituire quella orribile rete grigia con un cartone che riportasse il disegno della facciata? L’hanno fatto in quello sfigatissimo posto che è Mestre per il palazzo all’ingresso di Piazza Ferretto. Firenze, la culla delle Belle Arti, il patrimonio dell’umanità non ci ha pensato? o non poteva permetterselo?

Un po' infastiditi ci siamo recati al portone di ingresso della chiesa. Apertura ore 13.00. Vabbè, c’è stata la messa. Accanto c’è anche il museo e il cosiddetto “Chiostro Verde”, affrescato con opere di Paolo Uccello… Ovviamente la domenica è rigorosamente chiuso. Eh si', perché nella testa marcia di chi gestisce queste cose un amante dell’arte, della cultura, dell’Italia in genere è pronto a fare a meno di lavorare pur di vederle.

Per fortuna Firenze non è solo disservizi.

L’interno di Santa Maria Novella è bellissimo.

Siamo rimasti estasiati davanti il Crocifisso di Giotto, la Trinità di Masaccio e alla cappella Tornabuoni con i famosi affreschi del Ghirlandaio.

Un’altra bella sorpresa ci attendeva al Duomo: la visita era gratuita! Ma, ovviamente, c’era l’inghippo! La domenica si può visitare solo mezza chiesa, e quindi a parte i due splendidi affreschi dei monumenti equestri, abbiamo potuto ammirare una minima parte delle splendide opere d’arte in esso contenute. Anche la cupola ci è stata accessibile solo di scorcio. E nel sottosuolo, gli scavi di Santa Reparata, l’antica chiesa demolita per far posto alle monumentali architetture dell’attuale duomo, erano ovviamente chiusi al pubblico perché domenica. In compenso il book shop faceva affari d’oro.

Presi dallo scoramento ce ne siamo andati e abbiamo fatto volta verso il Palazzo della Signoria, decisi a visitarlo.

E ne è valsa la pena.

Due ore e mezza di visita, persi tra i capolavori di Michelangelo (“Il genio della vittoria”), del Gianbologna (“Firenze che trionfa su Pisa” è splendido), del Vasari (lo studiolo e molteplici pitture sui soffitti nel quartiere degli elementi e in quello di Leone X), del Verrocchio (commovente l’angioletto con il delfino)… E che dire dell’ammirevole “Stanza delle mappe” ?

Per quanto molte stanze non fossero accessibili, la nostra sete di stupore è stata appagata. E complice un’ottima gestione del museo, con delle ottime guide computerizzate che ci hanno guidato attraverso le innumerevoli e sorprendenti simbologie delle pitture.

Proprio questo aspetto mi ha colpito moltissimo, come gli antichi sapessero inserire dietro ogni opera un’innumerevole quantità di aspetti, quasi che la semplice visione dell’opera fosse incompleta, insoddisfaciente. Quasi a voler primeggiare nel dare non una, non due, ma infinite letture. Nulla in queste opere è messa a caso, un personaggio secondario che tesse una tela o che stringe un oggetto non è semplicemente li' come lo sarebbe in una foto odierna, ma è lì perché deve rappresentare un aspetto particolare della vita di tutti i giorni, o una caratteristica del committente, o dell’autore… e noi “moderni” non siamo abituati a queste letture, alle volte guardiamo l’opera ma ci perdiamo la quasi totalità del messaggio!

Soddisfatti della visita abbiamo fatto un salto a Santa Croce, ma era ovviamente troppo tardi. Ho scattato alcune belle foto nell’aria della sera, nonostante il baracchino che saggiamente qualcuno ha posizionato esattamente al centro della piazza, senza pensare che rovinava la visione della facciata. E vabbè, oramai sono senza speranze!pontevecchio

A cena un’ottima Ribollita servitaci in un ristorantino di via Ghibellina (Il mangiafuoco) ci ha rinfrancato di tanta stanchezza. Lo consigliamo a tutti, ottima cucina, economico e i gestori sono molto simpatici.

Lunedì mattina dedicata alla visita di Santa Croce.

Un’apoteosi anche grazie all’ottima guida, Giuliano, che ci ha spiegato per quasi due ore con estrema competenza e disponibilità i vari aspetti delle opere contenute nella basilica.

Innanzitutto i monumenti funebri di Michelangelo e di Galileo.

Poi le pitture: Giotto (la vita di San Giovanni e di San Francesco). In sagrestia uno splendido trittico con la passione, morte e resurrezione. Nel Museo, il famoso crocifisso di Cimabue e uno sconvolgente “Discesa di Cristo al limbo” del Bronzino, sconvolgente per la sensualità delle figure contrapposte alla crudezza dell’ambientazione. Sembra che molte delle donne ritratte nel dipinto fossero nobildonne dell’epoca che l’artista voleva onorare.

Prima di ripartire una capatina all’outlet “The Mall”, molto deludente per i prezzi da turisti.

In sostanza è stato un week-end con i fiocchi. Siamo stati molto bene, Firenze è incredibilmente bella e merita ben più dei due giorni che le abbiamo dedicato. Certo non lo è per merito di chi gestisce questi monumenti: l’impressione che si ha è che si cerchi di fare il minimo indispensabile per non allontanare i turisti che portano ricchezze alla città. Di contrasto, spiccano i meriti dei volontari che si adoperano per valorizzare queste splenide opere d’arte, cui va il nostro ringraziamento.