Straniero in terra straniera - Robert A. Heinlein

Robert Heinlein è noto al grande pubblico, ovviamente del tutto inconsciamente, per un film alquanto fracassone, uscito diversi anni fa, tratto da uno dei suoi romanzi più noti e più peculiari: Starship troopers, fanteria dello spazio. In realtà, il merito di Heinlein nella storia della sci-fi non è limitato alla valorizzazione, fino all’estremo, del sotto genere della “space opera militare”, anzi, Heinlein ha esplorato tantissimi temi diversi anticipando di molti anni la storia sociale e politica mondiale.

Labirinto di morte - Philip K. Dick

Un gruppo di coloni si ritrovano isolati in un mondo sconosciuto e decisamente strano, senza peraltro sapere lo scopo della loro riunione. Improvvisamente iniziano a verificarsi misteriosi incidenti ed assassini, un po' come nel giallo “Dieci piccoli indiani”. I presenti pertanto iniziano a sospettare l’uno dell’altro, in un crescendo di paranoia e di tensione claustrofobica. Scritto nel 1970, subito dopo la stesura di Ubik, questo romanzo condivide molto con il precedente.

I canti di Hyperion - Dan Simmons

Il termine “space opera” con cui si è soliti definire questo ciclo di 4 libri, scritti tra l'89 e il ‘97 da Dan Simmons, ben descrive l’epopea che l’autore ci regala in queste oltre 2000 pagine. Space opera, lo dice il termine, è un epopea epica ambientata nel futuro dei viaggi interstellari, protagonisti uomini ed alieni, e spesso mondi ed imperi, trattando frequentemente tematiche importanti e dalla forte connotazione politica e sociale.

La donna in gabbia - Jussi Adler-Olsen

Il romanzo “la donna in gabbia” del danese Jussi Adler-Olsen è il primo di un ciclo incentrato sulla nuova “sezione Q” della polizia danese, una speciale divisione investigativa specializzata nei “cold case”, quei crimini irrisolti da troppo tempo. Il protagonista è un poliziotto in crisi, un tempo brillante ma in declino per un trauma subito in azione e ghettizzato dai colleghi per il pessimo carattere. Non amo il genere “poliziesco d’azione con serial killer annesso”, e le mie precedenti recensioni lo confermano, si veda per esempio, “Blacklands” o, peggio, i romanzetti di Faletti.

I biplani di D'Annunzio - Luca Masali

“I dischi volanti non atterrano a Lucca”, ok, siamo d’accordo. I dischi volanti sono senz’altro appannaggio esclusivo dell’Area 51. Noi Italiani però abbiamo qualcosa da dire sulla storia, ed in particolare sulla storia della Prima Guerra Mondiale. E Luca Masali la racconta benissimo. Mescolando sapientemente una lettura della storia singolare, una serie di eventi forse correlati nel tempo e un’ottima conoscenza dell’aviazione storica, ne esce un romanzo leggero e suggestivo, appassionante ed emozionante.

Chicken Little - Cory Doctorow

Cory Doctorow è un noto giornalista, blogger e scrittore canadese, sostenitore della liberalizzazione dei copyright e dunque della licenza creative commons. Per questo la maggior parte dei suoi scritti è scaricabile gratuitamente da Internet. Chicken Little è un racconto distopico ambientato in un futuro in cui tutto è fabbricabile a costo zero e dunque l’unica vera ricchezza è l’innovazione; per questo solo alcuni ricchissimi personaggi, la cui essenza giuridica vacilla tra la persona fisica e la nazione sovrana, possono permettersi di acquisire idee nuove.

Blacklands - Belinda Bauer

Cosa spinge un ragazzino di 12 anni a scavare buche nel terreno freddo ed unido della brughiera inglese, invece di occuparsi di giochi e passatempi più consoni alla sua età? Cosa spinge lo stesso ragazzino a scrivere ad un uomo detenuto in un carcere da 18 anni, condannato per omicidio seriale di bambini, invischiandosi così inconsapevolmente in un gioco mortale? Inquadrare questo romanzo nella categoria del giallo è abbastanza fuorviante, a leggere la definizione data da wikipedia del genere, sarebbe meglio definirlo più un noir: “l’attenzione viene spostata più all’ambiente e alla psicologia dei personaggi…” si, ci siamo proprio.

Stay hungry, stay foolish

No, non riprendo la frase resa celebre dal recentemente scomparso Steve Jobs per scriverne l’ennesimo, superfluo panegirico, ma per raccontare una curiosità che credo si inquadri benissimo nel senso di questa frase. Dan Simmons è uno scrittore di fantascienza molto apprezzato dagli appassionati e noto soprattutto per una importante “Space Opera” in quattro tomi, denominata “I canti di Hyperion”. Peculiarità di quest’opera è che è basata ed ispirata all’omonima opera di John Keats, poeta romantico inglese del primo ‘800, morto giovanissimo a Roma.

Nei boschi eterni - Fred Vargas

Chi mi conosce sa quanto amo i romanzi di Fred Vargas. Ho letto molto di quest’autrice francese, ho iniziato con “Un luogo incerto”, l’unico romanzo non horror che parla di vampiri, e che solo per questo mi ha affascinato, e le due trilogie “La trilogia di Adamsberg” e “I tre evangelisti”, pregevolissimi gialli dal ritmo coinvolgente. Con un curriculum del genere è lecito aspettarsi una caduta di qualità prima o poi.

Snow Crash - di Neal Stephenson

Lo ammetto. Ho avuto la sensazione durante tutta la lettura di questo romanzo di fantascienza di leggere un fumettone, immaginavo persino nella mia testa i colori saturi ed irreali. Il motivo di questo è probabilmente dovuto alle caratterizzazioni molto peculiari dei vari personaggi, limitata soltanto a pochi tratti non troppo approfonditi, e allo stile narrativo, immediato ed asciutto anche grazie all’uso del tempo presente. Ed in effetti è stata una sorpresa leggere, in fondo al libro, la genesi del romanzo, nato come story board di una graphic novel.